Sermoni

Digiuno di Ramadan

O voi che avete fede! Vi è stato prescritto il digiuno come è stato prescritto a coloro che sono venuti prima di voi, perché voi possiate divenire timorati di Allah.

Surat Al-Baqara, 183


Credenti

benvenuti a questo primo jumu’ah del mese di Ramadan, che Allah ci sostenga e elargisca della Sua Grazia, in questo benedetto periodo di Siyâm, di digiuno, per i credenti, nella rivelazione portata dal Profeta Muhammad (). Che questo periodo di digiuno porti tutti noi a divenire muttaqûn, cioè “timorati di Allah”.

Ma cerchiamo insieme di imparare nuovamente e meglio che cosa è il Siyâm o Sawm, il digiuno, il quarto pilastro dell’Islam per prima cosa è importante ricordare che il digiuno, non ci appartiene, non è nostro ma appartiene ad Allah, come ci insegna in un hadith qudsi Allah tramite la bocca del Suo amato Profeta Muhammad: Kullu ‘amali bni Adam lahu illâ as-sawmu fa-innahu lî wa anâ ajzî bihi. “Ogni opera fatta dall’uomo, figlio di Adam, gli è riconducibile, salvo il digiuno, poiché appartiene a Me e Io lo ricompenserò”.

Molti possono essere i motivi per cui il digiuno è di Allah e non di colui che lo pratica e due di questi motivi ce li spiega il Maestro, la Prova dell’Islam, Abu Hamid al-Ghazali (ra).

  1. perché non è una azione rituale visibile come tutte le altre, ma un’opera di culto del tutto interiore che si attua nella pazienza di cui il principale testimone è Allah stesso.

  2. perché serve a soggiogare lo shaytan, l’avversario (absr) i cui mezzi di azione su di noi sono gli appetiti i quali si fortificano con il magiare e con il bere.

Al-jû‘, la fame, è secondo il nostro amato Profeta Muhammad () uno strumento che soggioga lo shaytan (absr), recita un hadith del Profeta: “Satana circola nell’intimo dell’uomo allo stesso modo del sangue, restringetegli i suoi canali con la fame”.

Questa fame, è un jihâd, un combattimento contro l’avversario ed è soprattutto un soccorso ad Allah l’Altissimo, recita il Sacro Corano, nella sura di Muhammad, versetto 7,: “Yâ ayyuhâ-lladhîna âmanû in tansurû Allâha yansurkum wa yuthabbit aqdâmakum. “O voi che avete la fede, se voi soccorrerete Allah, Egli soccorrerà voi e farà saldi i vostri piedi”.

Ma non concentriamoci sulla fame, chi dal digiuno ottiene solo fame e sete, poco o nulla coglie delle benedizioni di questo mese, la fame è un mezzo e non un fine, un hadith riporta che il Profeta () diceva ad A’isha (ra) di bussare alla porta del Paradiso con la fame.

Che lo stomaco vuoto sia utile a fermare le influenze diaboliche su di noi, ad allontanarci da ogni appetito della nostra nafs al-ammâratu bi-s-sû’, l’anima passionale, ad estinguere i desideri, a liberarci dall’attaccamento ai beni di questo basso mondo, a rafforzarci nella taqwâ, la pietà spirituale, “a bussare alle porte del Paradiso”, a divenire dei timorati, come ci insegna il versetto di oggi.

Sempre secondo il Maestro al Ghazali (ra), ci sono tre gradi di digiuno:

  • Il primo consiste nell’astenersi dal cibo e dai rapporti intimi.

  • Il secondo consiste nell’astenersi dai peccati della vista, della lingua, delle mani, dei piedi e delle altre membra.

  • Il terzo grado è quello del cuore, consiste nell’astenersi dalle cure di questa vita e dai pensieri terreni e da tutto ciò che non è Allah. È il digiuno degli anbiyâ’, i Profeti, dei sâlihûn, i giusti, e dei muqarrabûn, i ravvicinati ad Allah.

In qualsiasi periodo dell’anno e ancor di più nel mese di Ramadan, quanto le mancanze, gli errori della vista, della lingua, delle mani, dei piedi e delle altre membra nutrendo la nostra anima passionale, sono impedenti ad una piena adesione ad un percorso di salvezza dell’anima.

In questo basso mondo quante occasioni abbiamo per guardare ciò che è biasimevole, detestabile, impudico? Molte volte guardando le bassezze degli uomini di questi tempi ultimi, e a volte dei nostri stessi fratelli e confratelli, ci sentiamo autorizzati, in virtù di una presunta superiore purezza e qualità spirituale, a giudicare, a criticare, giungendo non distanti dalla maldicenza, con una asprezza che non ha nulla a che vedere con la dolcezza del nostro amato Profeta Muhammad ().

I Maestri insegnano che i credenti non si devono mai concentrare su queste degenerazioni, sugli errori, i credenti non devono volgere lo sguardo verso l’errore del fratello o verso le degenerazioni del mondo e parlarne e straparlarne e men che meno nel mese di Ramadan, tempo in cui per queste mancanze corriamo il rischio di perdere il digiuno.

Astenersi da questi sguardi, da queste parole, ma anche da questi ascolti è un dovere per il buon musulmano e ancor di più nel mese benedetto del digiuno. Impariamo, in questo mese di Ramadan, a temere Allah, e teniamo a freno i sensi ed Egli, Allah nel silenzio delle nostre anime ci insegnerà la via della Sakîna, la Pace interiore, non la pace psichica, ci donerà la consapevolezza di essere parte dell’eterna armonia universale al di là dell’apparente caos della fine dei tempi, ci guiderà verso la salvezza, verso la conoscenza.

Astaghfirullâha innAllâha kâna tawwâban

Cari fratelli e sorelle

Alhamdulillah, siamo finalmente giunti nel mese di Ramadan, siamo giunti al periodo di purificazione per tutti i musulmani, preghiamo Allah che ci trovi sottomessi e timorati preghiamo per l’estinzione di tutti gli appetiti dell’anima.

In questo mese benedetto i musulmani di tutto il mondo offrono pasti ai poveri, anche noi con le nostre iniziative in tal senso possiamo provare il gusto religioso di una ridistribuzione della ricchezza di Allah. In mezzo a mille, a volte incredibili, difficoltà Allah ci aiuta a servirLo nel servizio e nella carità verso le Sue creature, anche come occasione di testimonianza interreligiosa. Questo immergersi nella realtà contingente ci insegna ad essere più musulmani, più sottomessi, più timorati, condizioni imprescindibili per chi aspira alla Conoscenza di Allah. Ci insegna che possiamo, e dobbiamo, mettere il nostro tempo, i nostri soldi, al servizio di necessità concrete, necessità di altri, che nemmeno conosciamo, che in molti casi non sono nemmeno musulmani, necessità che esistono per Volontà di Allah e che sono un riflesso di nostre necessità interiori, noi siamo grati a questi bisognosi che ci permettono una carità esteriore che ci serve per distaccarci dai beni terreni che appartengono al solo ricco, Allâhu Huwa al-Ghaniyy al-Hamîd. Lui è l’Assoluto che non ha bisogno di niente e di cui tutti hanno bisogno, Il Degno di Lode a cui appartiene ogni lode. Alhamdulillah.

Non risolveremo con i nostri piccoli sforzi i problemi dei poveri, ma contribuiamo alla manifestazione di un decreto di Allah, ad una armonia della Sua Creazione, facciamo qualcosa che deve essere fatto e che partecipa di un piano divino che ci trascende.

Dobbiamo da questi momenti trarre tutti gli insegnamenti possibili sulla Sua via, la via di Allah. Dobbiamo imparare a dare e ad agire senza aspettarsi ricompensa, né ringraziamenti, dobbiamo imparare il tawakkul, ad abbandonarsi fiduciosi nelle Sue mani, le mani di Allah, quando ci sembra che gli impedimenti, anche nella realizzazione delle cose più piccole siano insuperabili, dobbiamo imparare il distacco dai beni terreni.

A noi è richiesta sia la spogliazione esteriore di ogni bene che l’ospitalità di ogni ampiezza spirituale coincidente con la presenza spirituale del Signore della Rivelazione. In questo il Profeta Muhammad () è un modello esteriore e interiore per tutti i musulmani come è scritto nel Sacro Corano: Wa-btaghî fîmâ atâka Allâhu ad-dâra al-âkhira Cerca la dimora ultima con i beni che Allah ti ha dato”.

Che Allah ci guidi tramite il Suo amato Profeta ad essere timorati, ad essere distaccati dai beni di questo mondo, che ci guidi a superare le nostre avarizie.

Che Allah accetti il nostro digiuno.


Imam Abd al-Razzaq