Come oramai da tradizione, ogni due anni, con rigorosa alternanza uomo / donna, a gennaio si sono tenute le elezioni per il nuovo responsabile della sezione Giovani della COREIS Italiana. Facciamo i migliori auguri alla neoeletta Amina Croce. Originaria di Vercelli ma milanese da diversi anni, Amina frequenta il 4° anno in Medicina e Chirurgia presso l'università Humanitas e le abbiamo fatto alcune domande.
Anzitutto complimenti per il nuovo incarico nella COREIS Giovani. Come vedi l’apporto dei giovani musulmani nel nostro Paese?
Bella domanda! Come italiana nata musulmana di seconda generazione, direi che la maggiore sfida è quella di riuscire a trovare la naturalezza nel vivere la religione nella vita di tutti i giorni, senza perdere di vista la cose più importanti, fra cui anzitutto la fede in Dio. Certamente è un discorso che vale per tutti, ma direi che soprattuto noi giovani dovremmo imparare a superare la dicotomia tra l’idea di vivere spensierati, senza una direzione ben precisa, e quella di sentirsi messi "dentro ad una scatola" solo per il fatto che si è religiosi e praticanti…
Come futuro medico, in questo momento di emergenza sanitaria, come pensi che le tue competenze possano essere declinate per il tuo nuovo incarico?
Premesso che sono ancora solo una studentessa, credo di poter dire che all’interno di ospedali sia necessaria una maggiore attenzione ai pazienti che praticano una qualsiasi religione, soprattutto quando questa è poco conosciuta nei suoi riti e dottrine da medici e operatori del settore. Potrebbe essere utile proporre corsi di formazione negli ospedali, anche perché la medicina di oggi si concentra sempre molto sull’aspetto clinico, mentre anche la sfera religiosa e spirituale dovrebbe essere tenuta in considerazione per la cura di una persona.
Quali collaborazioni sono state sviluppate con le altre comunità islamiche in Italia?
Nella maggior parte degli eventi interreligiosi con ebrei e cristiani negli ultimi anni, abbiamo sempre condiviso il beneficio anche con altri musulmani, spesso nati in Italia come me, anche se magari di famiglia non italiana. Tra l’altro, molti dei miei colleghi di studio sono musulmani, anche fuori dall'Italia; quando vedono il mio nome allora viene facile iniziare una conversazione… Credo sia positivo che ci siano questi apporti nel contesto di medicina, e non solo da paesi arabi ma da tutto il mondo, come ad esempio dal Sud Est Asiatico, dagli USA o UK, offrendo prospettive diverse e arricchenti per la professione.
E il dialogo con i tuoi coetanei cristiani?
Saltava fuori spesso al liceo… Il fatto di essere italiana facilita molto le conversazioni sull’Islam. Chi può avere di per sé delle perplessità si trova normalmente subito a suo agio vedendo che esistono anche musulmani italiani di nascita e così è più disposto ad ascoltare. All’improvviso crolla l’immagine molto diffusa dell'Islam come una cosa estranea e misteriosa che viene da fuori…
Nel rinnovare gli auguri ad Amina Croce, ringraziamo il responsabile uscente, Muhammad Pallavicini, che ha coordinato le attività nel 2019-2020 e preso parte per la COREIS Giovani anche ad eventi internazionali come il World Religiuos Leaders summit di Baku in Azerbaijan ed è stato inoltre coordinatore in Italia per il progetto europeo Tandem (Towards Empowered Migrant Youth in Southern Europe), che ha coinvolto 6 nazioni e centinaia di studenti attraverso programmi di affiancamento e “mentorship” tra studenti europei e provenienti da Paesi terzi al di fuori dell’Unione Europea.