A poche ore dagli attentati nelle due moschee in Nuova Zelanda, durante la preghiera comunitaria del venerdì i musulmani della COREIS, nelle varie sedi regionali d’Italia, hanno dedicato oggi un momento di preghiera per le vittime dell’attacco terroristico e per i loro famigliari.
Il Consiglio Mondiale delle Comunità Islamiche (World Muslim Communities Council), che ha sede ad Abu Dhabi e riunisce più di 600 istituzioni in 142 paesi, in un comunicato ha “fatto appello alla comunità internazionale per prendere le misure adeguate e fermare queste onde di estremismo e hate speech nel mondo”.
Come affermato dal board interreligioso del KAICIID, la piattaforma di dialogo fondata da Arabia Saudita, Spagna e Austria, “l’incitamento alla violenza è un crimine, sia esso praticato online o offline, e chiediamo ai leader religiosi e alle comunità in Nuova Zelanda e in tutto il mondo di restare uniti di fronte al terrore, attraverso la pratica del dialogo interreligioso e interculturale”.
Come musulmani ringraziamo inoltre per i molti messaggi di vicinanza ricevuti, fra cui quello del rabbino Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza Europea dei Rabbini e quello della presidente dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) Noemi Di Segni, che ha ribadito che “pochi atti sono peggiori di un massacro di persone pacifiche in preghiera. Gli attacchi in Nuova Zelanda rappresentano il più spregevole terrorismo, pianificato e motivato dal flagello dell’islamofobia”.