La prossima settimana si riunisce il G20 a Bali. Ospiti della Presidenza di turno della Repubblica dell’Indonesia si confronteranno i leader politici dei principali Stati protagonisti dello sviluppo economico in questo mondo.
Il Governo dell’Indonesia ha introdotto tra le riunioni collaterali al G20 il Forum delle Religioni R20, un movimento che riunisce e invita i rappresentanti delle religioni mondiali ad un confronto che possa anticipare e trasmettere al G20 alcune proposte di risoluzioni da adottare come ispirazioni nella gestione politica ed economica dell’umanità.
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Autorevoli rappresentanti dell’Induismo, del Cristianesimo e dell’Islam si sono incontrati con esponenti dello Shintoismo, Buddhismo e dell’Ebraismo a Bali e Yogyakarta dal 2 al 6 novembre. Con il sostegno del Ministro degli Affari Religiosi dell'Indonesia, Yaqut Cholil Quomas, l’organizzazione della prima edizione del R20 è stata affidata dal Governo a Nahdlatul Ulama, il principale ente di coordinamento dei musulmani in Indonesia, con oltre 60 milioni di aderenti, rappresentata dal presidente Sheikh Yahya Cholil Staquf, in collaborazione con la Muslim World League rappresentata dal segretario generale Muhammad Abd al-Karim al-Issa.
Muhammad Abd al-Karim al-Issa, Segretario Generale
della Muslim World League
Hanno benedetto l’evento il Presidente della Repubblica dell’Indonesia Widodo, Papa Francesco e lo shaykh AbdAllah Bin Bayyah. Presenti il mufti dell’Egitto e dell’Azerbaijan, il nunzio apostolico e il rappresentante del Patriarcato ortodosso russo, i presidenti dell’Alleanza Evangelica Mondiale e del Consiglio delle Chiese in Europa, rabbini dall’America esperti di religioni comparate e mistica. Dall’Italia, una rappresentanza cristiana cattolica dell’Accademia Pontificia per la Vita e della Comunità di Sant’Egidio insieme ad una delegazione della COREIS guidata dall’imam Yahya Pallavicini con Abd al-Jabbar Ceriani, Hamid Distefano e Halima Rubbo.
Papa Francesco
Shaykh AbdAllah Bin Bayyah
Il primo dei cinque pilastri della Repubblica dell’Indonesia, liberata dal prolungato colonialismo olandese, si basa sulla centralità divina dell’essere umano come rappresentanza sacra di vita e dignità. L’unità nella diversità delle isole dell’arcipelago indonesiano si riflette nel pluralismo culturale e linguistico dell’Indonesia e si accompagna con il rispetto del pluralismo delle comunità religiose che partecipano tutte ai diritti di libertà religiosa. La declinazione giuridica e culturale del pensiero religioso in Indonesia viene educata con un’attenzione particolare al contesto di tempo e spazio arginando artificiose confusioni tra le identità nazionale, spirituale e culturale con contaminazioni locali o straniere di nazionalismo o di altre forme ideologiche, comprese la secolarizzazione, la globalizzazione e il materialismo.
Imam Yahya Pallavicini
Partendo da questo modello, centinaia di religiosi riuniti per R20 hanno maturato una dichiarazione che sarà trasmessa ai partecipanti al G20 della prossima settimana. L’imam Yahya Pallavicini è stato invitato a presentare una relazione introduttiva nell’ultima sessione plenaria sul tema dell’ecologia spirituale nella quale ha trasmesso alcuni riferimenti dottrinali partendo dal Corano e dall’insegnamento dei maestri spirituali sulla cosmologia tradizionale. Nel suo intervento ha messo in evidenza l’equilibrio diretto tra microcosmo e macrocosmo, il rispetto della natura divina e universale dei credenti e dei cittadini come amministratori delle bellezze e delle risorse della terra ma anche come contemplativi e testimoni della dinamica della Misericordia dello Spirito che si traduce in etica delle responsabilità esteriori. Relazioni internazionali, sviluppo economico e politica sociale non possono escludere il concorso diretto della saggezza dei religiosi che sappiano mediare e ispirare la politica per i popoli del G20 e del resto dell’umanità.
La delegazione COREIS a Jakarta con l'ambasciatore italiano
in Indonesia Benedetto Latteri