Ijtihad: lo sforzo di interpretazione della Rivelazione

Pubblicato il 29 settembre 2022

Ijtihad: lo sforzo di interpretazione della Rivelazione

Il Cairo

XXXIII Conferenza islamica al Cairo sulle sfide attuali dell’Islam

In copertina: Il Ministro per gli Affari Religiosi dell'Egitto Mukhtar Gumua presenta il sermone del venerdì


Dopo alcuni anni di pausa dovuta anche alla pandemia, la COREIS torna a partecipare alla Conferenza Internazionale del Ministero degli Affari Religiosi dell’Egitto, alla quale aveva preso parte in modo continuativo sin dal 1996, quando presenziarono il fondatore Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini insieme a Mario Scialoja e il dott. AbdAllah Redouane.

Questo appuntamento annuale riunisce da decenni rappresentanze musulmane da varie regioni del mondo, compresa l’Europa, in un confronto sulle ricadute dottrinali e le sfide sociali, rendendo possibili scambi con i rettori di al-Azhar fino all'attuale shaykh Ahmad al-Tayyeb.

Il tema di questa XXXIII edizione svoltasi al Cairo nei giorni 24-25 era un argomento centrale: “Ijtihad: la sua necessità nell’epoca contemporanea, declinazioni, regole, interpreti autorevoli”.


Il termine arabo ijtihad significa letteralmente “sforzo su di sé” e indica tradizionalmente il lavoro di riflessione e interpretazione dei testi sacri svolto da maestri qualificati, che possono svolgere il ruolo di giureconsulti, a partire dal Corano e dalla Tradizione Profetica, secondo un metodo intellettuale riconosciuto, al fine di rispondere alle esigenze religiose dei musulmani nel contesto dove vivono.


Shaykh Ali Jumua interviene alla conferenza del Cairo


Si tratta di un tema che ha permesso di rinnovare la sintonia della COREIS con gli insegnamenti del Consigliere Ali Abd al-Rahman al Hashimi (UAE), del Ministro per gli Affari Religiosi Muhammad Khalaileh (Regno di Giordania) e dello shaykh Ali Jumu'a (Egitto) che hanno a loro volta sviluppato alcuni punti oggetto anche della testimonianza preparata dall'imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della COREIS, fra cui:

  • L’ijtihad, sforzo di adattamento della dottrina (Corano e Sunna) al contesto della società e del mondo che cambia, può essere interpretato solo da uomini e donne che hanno le qualificazioni e le autorizzazioni per collegare l’eternità della Rivelazione alla scienza dell’istante, nella vita pratica e nei differenti contesti nelle varie regioni del mondo.

  • La consapevolezza delle umane decadenze e la fiducia nella divina provvidenza hanno ispirato una ricerca di reazione intellettuale che ha permesso, in ogni secolo, alla comunità musulmana di avere alcuni rappresentanti illuminati in grado di rivivificare l’intelligibilità della dottrina e, nello stesso tempo, scoprire approfondimenti e svelamenti nuovi come riflesso del rinnovamento della santa presenza di Allah.

  • A questo rinnovamento nella visione della realtà vogliono contribuire anche una nuova generazione di musulmani europei con una saggia declinazione del rapporto tra Fede e Ragione, Religione e Politica, Tradizione e Modernità, Etica e Sviluppo Economico Sostenibile, Famiglia e Educazione, Dialogo e Relazioni Internazionali.

  • La conseguenza importante di questa convergenza culturale potrebbe avere delle interessanti ripercussioni anche sul piano giuridico, senza creare artifici normativi, ma studiando sinergie sul piano dell’etica nella giurisprudenza europea e nei vari settori della società civile con l’essenza del diritto islamico e le varie possibili ricadute nei campi dell’alimentazione, della salute, del commercio e della finanza.

  • Ciò che occorre evitare di questa rappresentanza dell’Islam Europeo è l’infiltrazione di speculatori che, invece di lavorare veramente sul piano del dialogo interculturale, approfittino di questa situazione per improvvisarsi come pensatori musulmani autoreferenziali o ideologi del formalismo islamista.

  • Una minoranza di musulmani europei dovrebbe invece essere in grado di aggiornare la testimonianza intellettuale della filosofia occidentale secondo le sue radici e sviluppi illuminanti sui temi centrali della sacralità della vita e dell’anima umana. Essi devono inoltre assumersi con umiltà e incisività il servizio non solo di un ricordo di una prospettiva sacrale, simbolica e rituale del tempo e dello spazio ma anche una ricaduta operativa di mediazione tra i popoli per una comprensione interculturale e una collaborazione interreligiosa.

A testimonianza della portata dell’evento, erano presenti altre delegazioni nazionali provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, fra cui anche Muhammad Bechari , e molti altri dal Regno dell'Arabia Saudita e MWL (Lega Musulmana Mondiale), Oman, Mauritania, Senegal, Burkina Faso, Mali, Niger, Kenya, Zambia, Benin, Sudan, Tunisia, India, Australia, Brasile e, tra i paesi europei, da Russia, Albania, Svezia, Irlanda e Ukraina, rappresentata dal mufti Tamim.

Alla luce dei tempi che il mondo e l’Europa stanno attraversando, la conferenza del Cairo ha permesso di riattestare il ruolo di una componente sapienziale dell’Islam al servizio utile della società verso un bene comune e verso una ritrovata sintonia e sinergia tra i popoli, nella comune ricerca di verità, giustizia e valori condivisi.

Si è trattata inoltre di un’occasione preziosa per i rappresentanti della COREIS presenti di rinnovare una sintonia con il popolo egiziano musulmano che ha saputo mantenere una sensibilità per i maestri spirituali e le varie culture islamiche che hanno articolato la storia dell'Egitto.

La storica moschea di al-Azhar