Contrastare l’antisemitismo e l’islamofobia, InterMu-Se

30 dicembre 2024

Contrastare l’antisemitismo e l’islamofobia, InterMu-Se

Università Cattolica di Milano Arabic Cultural Institute

L’Istituto di cultura araba dell’università Cattolica ha ospitato il primo evento a Milano del progetto Europeo InterMu-Se

Si è svolto lo scorso 1 novembre 2024 nei nuovi spazi dell'Arabic Cultural Institute (all’interno dell’Università Cattolica di Milano) il primo Info Day del Progetto InterMu-Se, (Coalizione interreligiosa contro l’antisemitismo e l’islamofobia) iniziativa europea che coinvolge 6 Paesi, volta a combattere la discriminazione e l'intolleranza, con particolare attenzione alla promozione della comprensione interreligiosa tra le comunità cristiana, ebraica e musulmana.

Promosso dall CO.RE.IS. Italiana in collaborazione con l’Arabic Cultural Institute, questo primo evento ha visto la partecipazione di numerosi esponenti delle comunità ebraica, cristiana ed islamica.

Dopo l’introduzione di Abd al-Jabbar Ceriani e Sana Pizzuti - referenti COREIS per il progetto - ha preso la parola Giorgio Mortara, presidente dell’Associazione Medica Ebraica e vicepresidente dell’associazione interreligiosa IPC - Insieme per Prenderci Cura, di cui ha presentato le attività in ambito sanitario, tra cui corsi per operatori sanitari su come approcciarsi ai pazienti di diverse religioni e culture e pubblicazioni scaricabili al sito prendercicura.it.

Gadi Luzzatto Voghera è direttore del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea): “Credo che sia necessaria un’alleanza per lavorare insieme sui linguaggi sbagliati, i linguaggi d’odio, anche intervenendo all’interno delle singole comunità cercando di identificare quelle forme di linguaggio sbagliate, o di non comprensione delle altre comunità. Non è mica sempre così semplice affrontare questi temi, ma dialogo vuol dire anche mettere a nudo dei nervi scoperti e trovare le strade giuste per lavorare insieme per combattere l’odio antisemita e anti-islamico, sempre generato dall’ignoranza".

Prof. Milena Santerini, già coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo e ora vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah in Milano, ha invece raccontato della sua esperienza al Consiglio d'Europa come promotrice del Rapporto generale sui fenomeni di odio e intolleranza e, in Italia, della Commissione alla Camera contro i fenomeni di odio, ripresa poi da Liliana Segre. “La definizione di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) afferma che questo fenomeno non è più purtroppo solo di carattere “razziale-biologico”, ma assume tante forme, da quello che nasce nelle comunità religiose o quello finanziario cospirazionista o contro Israele. Nessuna è meno grave dell’altra, così come non è meno grave l’islamofobia. Dobbiamo lavorare insieme per prevenire la paranoia della paura dell’altro: in questo senso il dialogo interreligioso è fondamentale perchè ogni gruppo dovrebbe difendere non solo se stesso, ma anche l’altro!

Fra Michele Rivoira del convento francescano di Bra ha proseguito su questa scia citando lo storico incontro di S. Francesco e il Sultano e di come questo dialogo stia ancora esempio, proprio nel loro convento, dove da molti anni portano avanti un progetto di dialogo con ebrei e musulmani. "Ci siamo resi conto che proprio i momenti di crisi sono a volte dei momenti di grande opportunità di rinascita e conoscenza, ed è per questo che credo ci voglia il coraggio di portare avanti il dialogo a tre proprio oggi, ebrei, cristiani e musulmani insieme".

Don Ambrogio Pisoni, docente di filosofia e responsabile di Comunione e Liberazione per l’Asia, ha ricordato allora un versetto di un Vangelo apocrifo citato spesso da don Giussani e presente anche nelle tradizioni islamiche: “Gesù stava camminando con i Dodici quando videro la carcassa di un cane. Pietro propose di cambiare strada, mentre Gesù insiste per passare davanti al cane, dicendo “guardate che denti bianchi!”. Dobbiamo avere questo sguardo della realtà, senza pregiudizi, cogliendo sempre dove c’è anche un solo brandello di bellezza e guardare l’altro sempre come dono.

Arnel Nasic, presidente nazionale della CIBI - Comunità Islamica dei Bosniaci in Italia: “Credo sia molto importante dare maggiore responsabilità ai giovani - ha affermato - e promuovere dei percorsi di formazione insieme. Già collaboriamo con la COREIS in Italia, anche in occasione della commemorazione del genocidio di Srebenica, e siamo felici di iniziare questo progetto così ampio a livello nazionale ed europeo, per aiutare a creare un’identità islamica europea, come noi stessi siamo da molti secoli”.

In conclusione, Arshad Mehmood, assessore del Comune Brescia, ha ricordato l’importanza di denunciare le strumentalizzazioni delle religioni e di coinvolgere le istituzioni a livello nazionale, mentre il direttore del Centro Culturale Arabo che ospitava l’evento, il prof. Wael Farouq dell’Università Cattolica, ha sottolineato come “sarebbe un disastro se proprio i leader religiosi sono fossero quelli più aperti aperti al dialogo, e poi partire da loro per un’educazione nelle comunità, che ognuno lavori dentro alla propria comunità contro gli stereotipi e il pericolo di società parallele”.

Cos’è il Progetto InterMu-Se

Il Progetto InterMu-Se è un'iniziativa multilaterale, che intende contribuire a combattere la discriminazione e l'intolleranza nell'UE, in particolare per motivi religiosi e/o di origine etnica. A questo scopo è stato progettato un intervento che in Grecia, Italia, Irlanda, Spagna, Cipro e Francia, mira ad affrontare gli stereotipi negativi e l'intolleranza contro il popolo ebraico e contro i musulmani.

Partner coinvolti

  • ICCG - Interorthodox Centre of the Church of Greece (Grecia)

  • Symplexis (Grecia)

  • Coexister (Francia)

  • Mozaika (Spagna)

  • COREIS Italiana (Italia)

  • RESET (Cipro)

  • DCIF - Dublin City Interfaith Forum (Irlanda)

  • UPC - Catholic University of Portugal (Portogallo)

Coinvolta nel progetto come co-partner è anche l’italiana ISA Academy ETS, Accademia di Studi Interreligiosi, da sempre impegnata nello studio e formazione sulle religioni abramiche.

Gli obbiettivi del progetto InterMu-Se:

  • Incrementare la disponibilità di dati su come i membri delle comunità religiose islamiche ed ebraiche vivono i pregiudizi, e sui loro eventuali pregiudizi e stereotipi nei confronti delle “altre” comunità.

  • Migliorare l'accesso dei leader religiosi, delle istituzioni religiose e della società civile ad appositi strumenti e linee guida per facilitare il dialogo interreligioso e la cooperazione a livello locale (comunitario).

  • Rafforzare le capacità e la sensibilizzazione dei leader religiosi, delle istituzioni religiose e della società civile (islamica, ebraica, cristiana e/o altra) nel sostenere la comprensione e la cooperazione interculturale e interreligiosa a livello locale. 

  • Rafforzare il dialogo interreligioso e la cooperazione a livello locale tra leader/comunità religiose, società civile e altri attori locali interessati.

  • Coinvolgere persone di diverse fedi/comunità religiose nel dialogo e nell'azione congiunta per affrontare le esigenze della loro comunità locale. 

  • Incrementare la consapevolezza e la comprensione dell'opinione pubblica sugli stereotipi negativi e sui preconcetti contro gli ebrei e i musulmani, e sui tratti comuni tra le diverse fedi/religioni che uniscono le persone.