Rinnovato il Patto fra la Città di Torino e le comunità islamiche

16 marzo 2023

Rinnovato il Patto fra la Città di Torino e le comunità islamiche

Torino

La prestigiosa Sala delle Congregazioni del Comune di Torino ha accolto ieri la firma di un nuovo Patto di Condivisione per il 2013-2026 fra la Città e i rappresentanti di 21 realtà islamiche cittadine

Citando i Santi Sociali come don Bosco, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha voluto sottolineare la vocazione all’integrazione della Città di Torino, che da due secoli è luogo di immigrazione prima dalle campagne e dai monti del Piemonte, poi dal resto d’Italia ed ora dall’Europa dell’Est, dal Nord Africa e da ogni altra parte del mondo.


Per la firma è stato scelto significativamente dalle istituzioni torinesi il 15 marzoprima Giornata mondiale dell’Onu contro l’islamofobia, come ha sottolineato nel suo intervento il Consigliere comunale Ahmed Abdullahi, presidente della Commissione Speciale Contrasto Fenomeni di Intolleranza e Razzismo.

L’assessora al Coordinamento Politiche per la Multiculturalità Gianna Pentenero ha aggiunto come sia giusto contribuire all’inserimento delle realtà islamiche nel tessuto cittadino rafforzando la rete di condivisione e conoscenza, e ricordando come la prima firma del Patto nel 2016 abbia iniziato un percorso virtuoso seguito da altre città ed anche a livello nazionale con la firma nel 2017 del “Patto per l’islam italiano”, siglato dal Ministero dell’Interno e dai rappresentanti del comunità islamiche nazionali.

La consigliera della Città Metropolitana con delega alle politiche sociali e di parità, Valentina Cera, ha sottolineato come "la strada del dialogo sia quella giusta: si ha paura solo di quello che non si conosce".

Erano presenti anche il viceprefetto dott. Michele Stella e Walter Nuzzo, vicepresidente del Comitato Interfedi del Comune di Torino, in rappresentanza del presidente dott. Valentino Castellani.

21 rappresentanti delle realtà islamiche firmatarie hanno delegato a parlare a nome del coordinamento Brahim Baia della Moschea delle Alpi e Walid Bouchnaf della Moschea Muhammad VI: “A Torino vi sono più di 40mila musulmani - hanno ricordato - e i centri islamici attivi nella nostra città svolgono un ruolo fondamentale di presidio del territorio, un punto di riferimento per i cittadini, spirituale e sociale". Hanno inoltre evidenziato come l’islamofobia sia presente in città, ma fortunatamente senza episodi clamorosi.

Durante l’incontro è stata annunciata la data dell’evento “Moschee Aperte”, che riprende dopo la pausa della pandemia, in programma nella giornata del 2 aprile. Tra le altre attività concrete presenti nel Patto anche la creazione di un Coordinamento Permanente tra moschee e la città, al fine di proporre e condividere in modo più capillare iniziative congiunte.

Il Segretario Generale della COREIS Italiana, Abd al-Razzaq Bergia

A rappresentare la COREIS Italiana, che ha una delle sue sedi regionali nella città di Torino in via Bra 16, c’era il segretario nazionale Idris Abd al Razzaq Bergia: "Sono un cittadino di origine piemontese che ha saputo riconoscere nell'Islam una via di disciplina, sviluppo ed elevazione spirituale. Insieme ai miei fratelli e alle sorelle dal Bangladesh, Libano e dal Nord Africa, che vivono da anni a Torino, siamo onorati di questo rapporto ufficiale e costruttivo con il Comune e con le Istituzioni locali. Avevo già firmato il Patto di Condivisione con il sindaco Fassino e adesso rinnovo la firma con il sindaco Lo Russo".

"Questo Patto - continua Bergia - è un modello di sostegno alla piena cittadinanza anche dei credenti musulmani accanto agli altri credenti e insieme a tutti i torinesi. Ma questo Patto è anche una responsabilità per ogni musulmano a Torino di interpretare la nobiltà del carattere personale, al-akhlaq al-karimah, come rinnovamento del dovere e del concorso al bene della città e di tutti i suoi residenti. Parallelamente, questo Patto deve essere lo strumento di un cambiamento culturale e di atteggiamento sociale che faccia da antidoto a discriminazioni fomentate da odio e ignoranza ma smonti anche vecchie rivendicazioni e vittimismi. La COREIS a Torino, come nel resto d'Italia, offre da 30 anni un modello di integrazione e di cittadinanza fondato sui valori universali e sul dialogo interreligioso senza compromessi con istanze ideologiche e settarie".

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