Si è tenuta a febbraio al Palazzo dell’Eliseo a Parigi la prima sessione del Forum dell’Islam di Francia (FORIF), a un anno dal suo lancio ufficiale
Rappresentanti dell’islam francese hanno così incontrato le più alte cariche istituzionali, fra cui il Presidente della Repubblica Macron, il Ministro dell'Interno e il Ministro dell'Istruzione Superiore e della Ricerca, presentando i risultati di quattro gruppi di lavoro: sicurezza dei luoghi di culto e contrasto agli atti islamofobici, organizzazione e gestione degli enti islamici, diritto e gestione delle associazioni islamiche, professionalizzazione e nomina degli imam.
Relatore del quarto gruppo era l’imam Abd al-Wadoud Gouraud, rappresentante dell’Institut des Hautes Etudes Islamiques (IHEI), imam nella regione Ile-de-France, e membro fin dalla sua costituzione del Consiglio delle Guide Religiose della COREIS Italiana, che si congratula con lui per questo successo e lungimirante lavoro.
Il presidente Macron e l'imam Abd al-Wadoud Gouraud
La COREIS Italiana segue infatti con grande interesse e attenzione gli sviluppi di questo nuovo progetto di organizzazione e approfondimento dell’Islam di Francia, come occasione di ispirazione per le istituzioni e le organizzazioni islamiche anche in Italia. Se di certo il contesto francese e quello italiano differiscono decisamente a livello culturale, sociale, politico e giuridico rispetto al tema delle relazioni tra Stato e confessioni religiose, esperienze provenienti anche da altri Paesi UE possono offrire importanti spunti di riflessione e di lavoro per il percorso di maturazione interistituzionale del riconoscimento dell’islam italiano.
Ricordiamo come nel 2012 il Comitato per l’islam italiano presso il ministero dell’Interno, sotto la presidenza dell’allora ministro Annamaria Cancellieri aveva predisposto due pareri sulla regolamentazione dei luoghi di culto islamici e sullo statuto degli imam in Italia. Precedentemente, con il ministro Maroni, la COREIS Italiana aveva proposto un possibile modello di Statuto degli imam e delle moschee.
Proprio su questo argomento, in occasione del recente Forum dell’Islam di Francia all’Eliseo, l’imam Gouraud ha presentato una definizione del ruolo dell'imam “in linea con il contesto francese”, che si declina anche nel "rispondere ai bisogni rituali, cultuali, religiosi, educativi e spirituali dei musulmani e musulmane in Francia” come: direzione del culto, insegnamento religioso, accompagnamento spirituale e mediazione con i fedeli, rappresentanza e partecipazione al dialogo interreligioso e al dibattito cittadino nella società.
Inoltre, il gruppo di lavoro francese sta affrontando anche la spinosa questione dello status professionale degli imam, al fine di dare alla funzione di imam in Francia il posto e i mezzi che meriterebbe. In questo senso si stanno studiando soluzioni concrete e possibili configurazioni giuridiche, già trasmesse dall'Ufficio Centrale dei Culti e dalle Prefetture ai rappresentanti musulmani che parteciperanno ai prossimi incontri delle Assise Territoriali dell'Islam in Francia (ATIF).
Sottolineando l'importanza della consultazione e della concertazione all'interno della comunità islamica riguardo l'organizzazione del culto in Francia, Abd al-Wadoud Gouraud ha ricordato in conclusione l’importanza della formazione e di una "base di conoscenza e competenze che ci si aspetta dagli imam in Francia, sia per quanto riguarda l'aspetto religioso che quello laico”.
La presentazione dei lavori del FORIF si è conclusa con un intervento del Capo dello Stato, Emmanuel Macron, che ha insistito sulla necessità di “affrontare le conseguenze di un islam fuorviante” promuovendo l'accesso a quello che definisce un “Islam delle Luci”, sia per i musulmani che per la società francese nel suo insieme.
Dopo aver ringraziato i musulmani impegnati al servizio della Repubblica, ha anche ricordato che, nel contesto della laicità, “senza alcuna ambiguità, non si tratta di dire che la Repubblica sarebbe al di sopra di una qualsiasi religione, perché si tratta di ambiti diversi”, dimostrando così la piena compatibilità della pratica dell'Islam con i principi della Repubblica.
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