Musulmani, ebrei e cristiani della “Alliance of Virtue”, piattaforma promossa dal mondo islamico con ebrei e cristiani che raccoglie oltre 400 leader religiosi delle diverse fedi abramitiche da tutto il mondo, lanciano una “Dichiarazione di Solidarietà dalla Nuova Alleanza di Virtù” interreligiosa, di vicinanza e sostegno fra i credenti e tutti gli esseri umani in questi momenti di grave crisi dovuti alla pandemia del COVID-19.
L'“Alliance of Virtue”, che vede tra i firmatari per l'Italia l'imam Yahya Pallavicini, presidente della COREIS, nasce nel 2017 con la “Dichiarazione di Washington”, con l’obiettivo di creare un’Alleanza di Virtù, di natura globale, “aperta a uomini e donne di ogni fede, etnia e nazionalità, e dedicata ad un’azione congiunta nel servizio per una sostenibile pace, giustizia, compassione e reciproco rispetto”. Si tratta in realtà di un processo partito nel mondo islamico 2016 con la storica Marrakesh Declaration, nella quale oltre 350 leader musulmani provenienti da 60 paesi in tutto il mondo ribadivano la determinazione nel proteggere i diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza islamica.
È dal successivo allargamento dei firmatari anche ai rappresentanti di Ebraismo e Cristianesimo che prende forma l'attuale “Alliance of Virtue”, che dà un particolare risalto alla Virtù come vocazione religiosa autentica e all’Alleanza come sinonimo di fratellanza operativa.
Come riporta la Dichiarazione di Solidarietà da poco diffusa in tutto il mondo: “Questo virus, che non conosce confini o distinzioni territoriali tra le razze, o tra ricchi e poveri, è un'opportunità per noi di ricordare a noi stessi l'uguaglianza umana e di prendere a cuore e ricordare l'insegnamento delle nostre religioni abramitiche secondo cui ogni anima - chiunque possa essere quell'anima - rappresenta tutta l'umanità. Le nostre religioni ci obbligano a cercare la sicurezza, il benessere e la protezione di ogni anima da ogni forma di danno, siano esse epidemie, pandemie, oppressione o guerre”.
Leggi la traduzione italiana della "Dichiarazione di Solidarietà dalla Nuova Alleanza di Virtù"
Dopo aver espresso l'apprezzamento per tutti coloro che stanno compiendo sforzi per mitigare il danno, in particolare tutto il personale medico e scientifico in prima linea, la “Dichiarazione di Solidarietà” esorta i credenti a rinnovare la fede e la speranza nella misericordia di Dio Onnipotente e nella benignità di Dio, a far fronte alla calamità nella collaborazione tra le Nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, a saper trovare una nuova gestione e sviluppo creativi e coscienziosi sulla terra e raccomanda, mentre siamo nel periodo della Pasqua e della Pasqua Ebraica e ci stiamo avvicinando al mese sacro di Ramadan, di seguire le istruzioni e le linee guida che meglio assicurano la conservazione della vita e del mantenimento del bene pubblico
“Infine, chiediamo a Dio, che sia esaltato, di sollevare questa tribolazione e risolvere questa crisi, e di avere pietà di tutti sulla terra. Possa Dio darci la forza di essere pazienti e riconoscenti e di mostrare compassione l'un l'altro e cooperare per diffondere bontà e pietà”.
In questi stessi giorni l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie, ha diramato il documento “Pratiche sicure per il mese di Ramadan nel contesto del Covid-19” all’interno del quale si esortano tutti i leader religiosi ad essere maggiormente coinvolti nelle prime fasi del processo decisionale, in modo che possano essere attivamente coinvolti “nella comunicazione di qualsiasi decisione riguardante eventi legati al Ramadan”.
L’OMS entra infine anche in molti consigli pratici fra cui “incoraggiare l'uso di tappeti di preghiera personali da posizionare sopra i tappeti”.
Viene inoltre specificato che “Non sono stati condotti studi sul digiuno e sul rischio di infezione da COVID-19. Le persone sane dovrebbero essere in grado di digiunare durante questo Ramadan come negli anni precedenti, mentre i pazienti COVID-19 possono prendere in considerazione le eccezioni religiose per quanto riguarda il digiuno, consultando i loro medici, come farebbero per qualsiasi altra malattia”.