Messaggio di Ammir al-Muminin, Sua Maestà Re Mohammed VI, che Allah L'assista, ai partecipanti al Secondo incontro mondiale Sidi Chiker degli aderenti al sufismo, Marrakesh, 10 luglio 2009.
La preghiera è ad Allah, Pace e Benedizioni sul Profeta, La Sua famiglia e i Suoi comopagni.
Eminenze,
Signore, Signori,
La seconda edizione degli incontri mondiali Sidi Chiker, tenuta sotto il Nostro Alto Patronato, testimonia tutto l’interesse che Noi attribuiamo a questi incontri sufi che costituiscono veri centri diirradiamento spirituale e di sviluppo di civiltà. Questo è tanto più vero in quanto il Marocco, che ne ha posto le basi, non ha mai cessato di perpetuare la tradizione per tutta la sua storia millenaria.
Ci è dunque gradito darVi il benvenuto nel Regno del Marocco, di cui capite l’apporto considerevole, mai smentito col passare dei secoli, per la salvaguardia del patrimonio spirituale dell’Islam, così come per l’ancoraggio ai valori di saggezza e di fede propri della nostra religione.
Quest’opera è stata resa possibile grazie alla concezione e alla messa in opera di metodi d’educazione spirituale, attribuiti ai santi di questo paese che, da sempre, hanno visto la luce dei loro edificanti insegnamenti estendersi, nel passato come ora, nei diversi continenti e nei diversi paesi del mondo e dispiegarsi a beneficio di tutti gli uomini.
Voi non ignorate nemmeno che è sempre esistito, in questa contrada pacifica, una bella simbiosi fra l’Emirato dei Credenti e le confraternite sufi, e questo allo scopo di proteggere la fede sunnita del paese e di preservarne le scelte dottrinali.
Sono incontri benedetti dal Signore, di cui Noi patrociniamo oggi l’organizzazione nella Nostra qualità di Amir al-Muminin di Protettore della fede e della comunità dei fedeli, avendo a cuore di preservare gli attributi della Umma, rappresentando le costanti che essa si è forgiata in materia di fede, di riti e di conduzione, così come l’ideale del giusto mezzo di cui ha scelto di fare un principio fondatore della sua dottrina religiosa. Deve precisamente a questo ideale l’avere perpetuato il suo equilibrio e la sua stabilità, l’avere sparso la luce della fede sul resto del mondo e l’avere conosciuto i suoi momenti di gloria grazie alle virtù della scienza e del lavoro.
Da questo viene la nostra preoccupazione di fare in modo che questi incontri si rinnovino e continuino nel filo diretto della tradizione instaurata dai Nostri Gloriosi Predecessori, i Sultani e i Re Alawiti di discendenza profetica, i quali vegliavano sugli interessi della collettività, dandosi a tessere legami, senza interessi personali, con i santi uomini della Umma.
Se aspirare all’incontro con gli uomini del bene e della virtù costituisce un mezzo per accedere alla ricompensa suprema e realizzare la propria salvezza, il fatto di invocare Dio e di condividere le questioni religiose ha la virtù di rivivificare l’anima e purificare la ragione.
Da quando il Regno del Marocco è stato guadagnato dalla luce della fede, la sua benevola sollecitudine non si è mai smentita verso questa comunità di uomini ingaggiati nella ricerca della fede suprema (ihsan) e devoti al perseguimento del passo spirituale esente da ogni disegno personale e da ogni considerazione materiale. Sinceri nel loro attaccamento alla Sunna del Profeta, i loro cuori vibrano dell’amore del Signore senza mai separarsi dalla parola del Nostro Profeta Eletto, pace e preghiera su di Lui, che dice: «O uomini, il vostro Dio è unico, il vostro Padre è unico, voi tutti discendete da Adamo, il quale fu creato dalla terra».
Questi uomini che agivano in conformità alla tradizione del Profeta, posero le basi di un metodo innovatore (tariqa) in materia di educazione morale. Guidati dalla loro perfetta conoscenza dell’unicità di Dio e della loro fede in Lui, si adoperarono ad utilizzare le vie della devozione e vegliarono affinchè i loro minimi fatti e gesti fossero costantemente motivati dal solo amore sincero di Dio.
L’etica morale e la condotta disinteressata permisero loro di fare l’esperienza mistica della vera libertà e di vedere l’anima tendere verso l’ascensione spirituale e trascendere ogni tipo di egoismo e di sopraffazione.
Una volta superato questo stadio avanzato di pietà nei confronti del Creatore, i sufi chiamarono a gran voce il concorso di tutti per servire la creazione, opera del Signore. Il loro senso di fraternità umana li inclinò a volere il bene altrui, a mostrarsi caritatevoli ed empatici verso i loro simili, a dispensare gli insegnamenti giudiziosi e a guidarli sulla via della salvezza. Essi lasciarono così esprimere la loro propensione naturale a venire in aiuto alle persone sconfortate e a raccomandare agli uomini di mostrarsi solidali gli uni gli altri e ad aiutarsi nelle avversità.
Eminenze
Signore, Signori,
Sapete perfettamente che il mondo di oggi – considerando le sfide che pone all' umanità, particolarmente le maggiori difficoltà alle quali si trovano confrontati i musulmani - vi interpella su più di una domanda e aspetta da voi che vi prodighiate energicamente per dare delle risposte appropriate. In questo siete tanto più impegnati in quanto la vostra professione di fede è sempre stata di dire che il sufi si adatta necessariamente alle particolarità del suo tempo.
Siamo persuasi della vostra capacità di fare di questo benedetto incontro periodico un’opportunità adatta per porre le basi di un nuovo approccio e fare così valere la saggezza e la scienza che sono vostre, per condurre a buon fine l’umanità, preservandola dalle minacce che la insidiano, permettendole così di vivere nella virtù e nella pace e di lodare il Signore per i benefici che le prodiga.
Il sufismo marocchino ha visto nascere nel suo seno un buon numero di uomini devoti che hanno a cuore la riforma del mondo intorno ad essi con una perfetta conoscenza delle specificità delle loro rispettive epoche.
Le loro tracce sono là per testimoniare del modo ponderato con il quale colsero la portata dell'Islam che esalta l' amore e la fraternità. Oltre alla capacità di mettere il dito sulle radici del male e a prescrivere i buoni rimedi, la loro grande perspicacia li aiutava a discernere il modo di agire ogni volta che l' interesse della comunità era in gioco.
Peraltro, i sufi si prodigarono in ogni tempo e ovunque a mostrare alle persone come fare per risanare i loro affari e migliorare la loro condizione e li incitarono all’amore per il loro Creatore e a mostrarsi caritatevoli e indulgenti gli uni verso gli altri. Oltre al dovere di chiedere il conto a se stessi e di frenare le proprie pulsioni ed invidie, essi raccomandarono loro di conformarsi ai comandi divini e di cercare di osservare tutti gli obblighi. In questo cammino pedagogico erano costantemente guidati dall' intima convinzione che i beni terreni sono deperibili, e sinceramente attaccati ad emendarsi attraverso un lavoro su se stessi, oltre alla volontà di elevarsi moralmente e di permettere alle loro anime di vivere l’esperienza della trascendenza mistica. In questo seguirono bene delle vie che, nonostante la diversità dei loro rispettivi metodi, tendevano tutte verso la stessa finalità.
Eminenze
Signore, Signori,
L' appuntamento che vi siete dati nel Regno del Marocco, precisamente al mausoleo di Sidi Chiker, - luogo dotato di un reale peso simbolico - sarà l'opportunità di consolidare i legami che vi uniscono, di ravvivare il senso di questi nobili valori e di rinnovare il vostro attaccamento alla promozione dei sublimi ideali quali i vostri.
La comunità degli uomini prova oggi la necessità imperiosa di vedere rinascere tutta la nobiltà di queste virtù umane, con la volontà di conoscersi e di mostrarsi tolleranti e compassionevoli gli uni verso gli altri e la preoccupazione di consigliarsi reciprocamente e di aiutarsi per irradiare il bene intorno a sè e dedicarsi ad una vera emulazione in queste cose. A ciò si aggiungono il desiderio ardente del tendere verso i disegni sublimi e la propensione sincera a volere accedere al bene supremo, che sia nel mondo di quaggiù o nell' aldilà.
Possa Dio benedire il vostro incontro e guidarvi sulle tracce lodevoli dei vostri santi predecessori. Possa Dio fare anche che la Umma sia colmata, grazie a voi, di tutti i benefici ai quali aspira, e che il Nostro Regno continui a vivere nella quiete, nella pace, nell'unità e nella concordia. Preghiamo anche l' Onnipotente affinché ci mostri la strada da seguire per compiere le buone azioni che Egli gradisce, di operare per il benessere della comunità e di realizzare la cosa migliore per questa terra.
«E chiunque si sottomette a Dio si aggrappa realmente al legame più fermo. La fine di ogni cosa appartiene a Dio.» Veritiera è la parola di Dio.
Wassalamu alaikum warahmatuLlahi wabarakatuHu
Mohammed VI
Re del Marocco
Residenza Reale di Nador
7 luglio 2009