Riportiamo a seguire una lettera inviata oggi alla comunità ebraica da parte del Segretario Generale COREIS, Abd al-Ghafur Masotti
Milano, 18 settembre 2020
Gent.ma Presidente UCEI, Noemi Di Segni,
Egr. Presidente dell'Assemblea Rabbinica, Rav Alfonso Arbib,
Cari fratelli e sorelle della Comunità Ebraica in Italia,
Vi trasmetto i più cari auguri da parte della COREIS Italiana per la festa di Rosh Hashanah, che oggi le comunità ebraiche ricordano festeggiando il nuovo anno 5781.
Colgo l'occasione per augurare buone feste anche di Yom Kippur e Sukkot che seguono a distanza di pochi giorni, i cui temi di espiazione, pentimento, digiuno e riconciliazione per la prima e di pellegrinaggio verso la Terra Promessa per la seconda, ci accomunano profondamente ricordandoci il nostro comune padre, Abramo, su di lui la pace e la benedizione di Dio.
Anche per noi musulmani il pentimento sincero è condizione indispensabile per sperare nel perdono di Dio, il quale “si è prescritto la misericordia”, come recitano le nostre Scritture e uno dei novantanove nomi di Dio è infatti proprio “Al-Tawwab”, il cui significato è “Colui che perdona chi si pente”. Il periodo di intensa richiesta di perdono che secondo la vostra fede va da Rosh Hashanah a Yom Kippur, trova corrispondenza anche nella nostra, in alcuni momenti del calendario islamico, in cui il pentimento deve esprimersi con particolare pregnanza, mentre il peregrinare nel deserto verso la Terra Santa, che ripercorrete nella festa di Sukkot, ricorda a noi musulmani il senso e il valore della vita come percorso di ricerca, purificazione e di fede nella meta.
Come uomini e donne religiosi cerchiamo e riconosciamo anche in queste corrispondenze i segni dell’Unico Dio che, anche in questo momento particolarmente difficile per l'umanità, non cessa di mostrare la Sua Misericordia ai fedeli sinceri.
Insieme al Presidente della COREIS, l'imam Yahya Pallavicini, vi auguro ancora di cuore Shana Tovà, Buon Anno a tutti!
Abd al-Ghafur Masotti
Segretario Generale