Non capita spesso di poter assistere ad un momento di preghiera comune fra cristiani cattolici e ortodossi sulla tomba di un grande santo come San Nicola. Ancor più straordinario se a guidare la preghiera vi era il metropolita Hilarion Alfeev, responsabile per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca (da molti ritenuto uno fra i più autorevoli rappresentanti dopo il patriarca Kirill), l’arcivescovo di Bari mons. Francesco Cacucci, con la presenza di alcuni musulmani che portavano un rispettoso saluto a questo santo che unisce Oriente e Occidente, le cui spoglie sono custodite dai domenicani nella basilica di San Nicola a Bari.

Da sinistra in prima fila: Antonio Fallico, Presidente associazione Conoscere Eurasia, Imam Yahya Zanolo, Rav Umberto Piperno, Arciverscovo Francesco Cacucci, Metropolita Hilarion Alfeev.
È quanto è successo ieri a Bari a seguito di un incontro interreligioso svolto nella prestigiosa cornice del teatro Petruzzelli, promosso dall’associazione Conoscere Eurasia, al quale hanno partecipato, oltre a SE Hilarion e SE Cacucci, diversi rappresentanti religiosi fra cui il rabbino capo di Napoli rav Umberto Piperno e l’imam Yahya Abd al-Ahad Zanolo, responsabile per il Veneto della COREIS Italiana.
Il metropolita russo Hilarion è infatti venuto a Bari, dopo la visita del patriarca greco Bartolomeo pochi giorni prima, seguendo una tradizione millenaria che vede ogni anno moltitudini di pellegrini da tutta la Russia portare un saluto e chiedere misericordia ad un santo che è il più venerato dagli ortodossi, e il cui carattere di particolare dolcezza nella carità è molto vicino alla spiritualità russa, come quella dei monaci contemplativi che praticano la preghiera del cuore.
Se siete fortunati i frati domenicani di Bari che custodiscono la tomba del santo vi raccontano anche che della sua vita, nonostante questa incredibile fama nei secoli, stranamente non si sa nulla, non avendo San Nicola lasciato alcuno scritto ed essendo stati tramandati di lui soltanto i molti miracoli. San Nicola è addirittura l’unico santo che in russo non viene chiamato semplicemente “San”, prima del nome, bensì “portatore di santità”.
È proprio questa fede certa nella presenza ancora viva dei santi e nella loro capacità di ritrasmettere la santità a rendere i religiosi, di tutte le confessioni, più vicini, senza alcun sincretismo, ma nella naturalezza di accostarsi a luoghi che sono ricettacolo di ciò che noi musulmani chiamiamo barakah Allah, la presenza santificante dell’unico Dio.
È questa certezza nei mondi superiori così vicini a quello terreno, vicinanza così visibile anche nell’arte sacra russa – come ricordato dal metropolita – che ha fatto addirittura interrompere le prove alle cantanti del coro sinodale di Mosca, prima del concerto che si è tenuto ieri nella basilica, per scendere velate nella cripta e unirsi naturalmente in preghiera salmodiando con il metropolita, curvo in prosternazione sulla tomba di San Nicola, con un movimento così simile a quello della preghiera islamica.


Preghiera fra Cattolici e Ortodossi nella cripta che custodisce le reliquie di San Nicola nella basilica di Bari.
Grazie in particolare modo a Antonio Fallico e Michele Bollettieri di Conoscere Eurasia, al coordinatore gesuita padre Germano Marani, al rettore della basilica di San Nicola p. Ciro Capotosto, nonché al sindaco di Bari Antonio Decaro e al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per aver reso possibile un evento che è andato ben al di là della conferenza interreligiosa, realizzando veramente un incontro “al vertice” nella Santità dell’Unico Dio di tutti noi.





